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Affabula, quando lo Storytelling è umano

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Lo so, sono un inguaribile malato d’interviste. Certamente è la via più semplice per scrivere un articolo con la A maiuscola, senza doversi spremere troppo le meningi e risparmiando un po’ di tempo da dedicare ad altro. Stavolta però non è così. L’intervista che andrete a leggere nelle prossime righe è un’intervista che leggerete in due articoli separati, data la lunghezza di quanto ho raccolto e dato il materiale succulento che ogni giovane blogger vorrebbe poter pubblicare. Vi do solo un’anticipazione…Leonardo Vannucci, uno dei 25 italiani con più interazioni su Google Plus, e il suo staff in Affabula Communication…. . Vi dicono niente questi nomi?

Bene, mettetevi comodi davanti al vostro pc/tablet/smartphone e prendetevi una decina di minuti per leggere e rileggere attentamente quello che Leonardo e i suoi soci mi hanno raccontato.

1) Per cominciare parliamo di voi, chi siete, cosa avete fatto nella vita fino a che non è nata Affabula Communication.

Leonardo: <<Sono da sempre appassionato di Social Media. Sono stato tra i primi utenti di Facebook e addirittura dal “VideoTel” quando ancora Internet era una pratica solo universitaria-militare. Sono stato il secondo utente d’Internet a Livorno; il primo, anni dopo, ho scoperto essere mio cognato. Ho approcciato questo mondo con molta curiosità. Ho fatto altro nella vita, lavorando nell’editoria in Feltrinelli per molti anni, ma mi è sempre piaciuto scrivere. Il ruolo in Feltrinelli mi ha un po’ bloccato nel tentare di diventare un autore pubblicato, in quanto lavorando in un gruppo editoriale so quanto sia difficile emergere. Facevo spesso autocritica personale, non credendo a quell’ipotesi. Quando poi sono arrivate tutta una serie di variazioni comunicative nel mondo di Internet, con anche le modifiche semantiche che Google ha applicato ai propri motori di ricerca, si è aperto un varco per la scrittura online tale che essa potesse essere efficace dal punto di vista del web-marketingNel frattempo i miei profili sui Social Network, soprattutto quello su Google Plus, hanno avuto un successo inaspettato, forse perché lo utilizzavo in maniera diversa dagli altri, soprattutto all’inizio, così che a quel punto erano diventati spendibili per un’attività di questo tipo. Allora ho studiato per davvero; come rivolgere le mie capacità di scrittore online al settore. Studiando e osservando ho imparato molto. Sono stato un’autodidatta, anche perché questa frontiera del web-marketing era totalmente in costruzione e non esistevano corsi specifici. Ancora oggi questi corsi faticano ad esistere, perché l’istituzione universitaria ha tempi di assimilazione e produzione di corsi di questo tipo che sono più lenti dell’evoluzione reale di ciò che avviene.

Ho svolto un percorso di autoformazione sul marketing, da quello istituzionale passando a quello online. Qui mi sono attaccato a gruppi più importanti di web-marketing in America e ho scelto che tipo di voce avere online; quella che pensavo potesse essere l’ideale. La parte dello studio è fondamentale nel lavoro. Normalmente dedicavo tutti i giorni (ora meno perché non riesco più), un’ora al mattino presto e un’ora la sera tardi, per vedere quali novità interessanti provenivano da Oltreoceano (il mattino presto) e dal panorama europeo-italiano (la sera tardi). La somma di queste cose mi ha permesso d’integrare varie tecniche, metodologie e attività. Non ci si può permettere di non sapere, per esempio, che Twitter una settimana fa ha messo le comunicazioni di gruppo o il caricamento dei proprio video direttamente da smartphone, poiché sennò rimani indietro nella corsa. Quello che ho osservato nel panorama del web-marketing italiano è che alcune attività partite negli anni d’oro d’Internet, si sono sedute su un’abitudine a realizzare le cose a loro modo, non hanno aggiornato le tecniche, producendo siti web non efficaci per l’attuale mercato.

In parallelo al mio vecchio lavoro ho provato a svolgere attività di web-marketing per realtà aziendali piccole, con buoni risultati. A quel punto ho ricevuto un’offerta tale che mi ha permesso di sganciarmi dal mio vecchio lavoro. Lì è iniziata la camminata nel deserto che mi ha consentito di scontrarmi con la realtà. Non credo che un buon web-marketer debba fare tutto benissimo; credo che ognuno debba avere una sua professionalità specifica in cui è molto bravo, ma che non può permettersi più di non sapere tutte le altre attività del percorso che vanno dalla realizzazione di un sito alla conversione. Il mio core-business è il social media marketing. Delle altre attività non le so fare benissimo, di alcune ho più conoscenze, altre meno>>.

Laura: <<Sono insieme a Leonardo e Marina uno dei tre fondatori di Affabula. Sono laureata in Economia con molti anni d’esperienza in azienda nel mondo dell’informatica con ruoli che vanno dagli acquisti, al marketing alle vendite. Sono 15 anni almeno. Ho sempre vissuto il mondo dell’informatica e devo dire che un mondo che ti tiene vivo, in costante cambiamento. Negli ultimi tempi pensavo di misurarmi, fare qualcosa con me stessa, intraprendendo un’avventura di carattere imprenditoriale. Ci siamo incontrati per caso, per altri motivi. In Affabula mi occupo di recruiting di nuovi clienti e gestione del progetto a tutto tondo(dal primo incontro allo stato avanzamento lavori fino alla conclusione). Sono soddisfatta, il progetto è partito bene e come si dice “Ad Maiora”>>.

Marina:<<Ho fatto Scienze Politiche all’Università di Pisa, ho lavorato come educatrice sociale per 8 anni e poi per motivi familiari ho cambiato più volte lavoro. Ho sempre avuto la passione per la fotografia, ma con l’avvento del digitale mi sono fermata, rimanendo alla pellicola. Piano piano Leonardo mi ha guidata nei Social Network, soprattutto Facebook e Google Plus, e così mi sono rimessa in moto sulla fotografia, studiando e curando questo aspetto del progetto>>.

Andrea: <<Ho lavorato per un’azienda nella quale facevo il tuttofare, anche se principalmente mi occupavo d’immissione dati. Ho studiato lingue senza mai portarlo a termine e sono uno che gli piace trovare le scorciatoie. Da sempre ho giocato online e questa cosa mi aiuta, nel senso che non ho paura della ripetitività delle cose. Fare le stesse cose per più ore al giorno non è un problema. Data-Cruncher, Problem-Solver sono e saranno le mie attività in Affabula>>.

Leo Affabula
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2)Quali attività svolgete e quali sono i vostri obiettivi?

<<Il core-business è il web-marketing proposto in soluzioni complete, dall’analisi e ristrutturazione di un sito esistente o costruzione laddove il sito non ci sia, fino alle strategie di comunicazione online applicate in vari modi possibili>>.

3) Nella pagina dedicata allo “Storytelling” affermate che <<lo storytelling è come un filtro, rende la realtà più leggibile, e, a volte, accettabile.>> Mi potete spiegare il significato di questa frase e in generale di Storytelling? Che valore hanno, per voi, le storie?

<<Lo storytelling ha valore centrale nel nuovo modello di comunicazione sui media, poiché siamo passati da una comunicazione unilaterale (radio, Tv, giornali) a una bilaterale (Internet), che offre nuove opportunità d’interazione con i propri utenti, incontrandone di nuovi. L’interazione si costruisce non proponendo pagine web che siano la mera rivisitazione digitale di un volantino di presentazione, ma andando ad ascoltare, proporre, interagire, migliorare. Costruire i servizi che si offrono in base alle persone che ci seguono e a quello che opinano. Le persone vanno coinvolte in un certo modo. Raccontare è diverso rispetto alla pubblicità tradizionale. Lo storytelling può essere tante cose, coinvolgere la propria audience è fondamentale. Ci sono moltissimi esempi nel mondo odierno che testimoniano il valore di questa pratica. Tra quelli che mi vengono in mente ricordo la General Eletric, la quale, qualche tempo fa, prese uno dei suoi rami d’azienda, quello dei prodotti meccanici per la realizzazione di strumenti medici per la rilevazione dei tumori, creando una campagna di storytelling esemplare. General Eletric prese un gruppo di 30 persone guarite dal tumore grazie a una rilevazione precoce ottenuta con i loro macchinari, portandole in visita agli operai che realizzavano questi strumenti e che quindi potessero vedere quale utilizzo se ne facesse. I “guariti” erano talmente coinvolti che ringraziavano gli operai, riconoscendo che dal lavoro quotidiano di quelle persone era nata la loro possibilità di risollevarsi. Di contro, gli operai si sentirono, forse per la prima volta da quando facevano quel tipo di lavoro, molto importanti rispetto a come si sentivano prima. General Eletric non avvertì nessuno dei due gruppi e, di nascosto, filmò le reazioni prodotte, dando vita a un video toccante e coinvolgente. A quel punto il video fu pubblicato, condiviso, commentato diventando virale e creando il fenomeno del “basta che se ne parli…”.

Per parlare di un altro esempio mi viene in mente quello di Mc Donald’s Uruguay: 1 min dopo la vittoria dell’Uruguay sull’Italia creò il panino Suarez e fece un primo tweet indirizzato all’account del giocatore che diceva: “perché non vieni domani a dare un morsino?”. Venne retweettato talmente tanto che dopo 20 min ebbero l’aggiuntiva e geniale idea di creare davvero un panino Suarez che arricchisse il loro menù cavalcando l’evento sportivo>>.

Laura Marina
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 4)Osservando attentamente il vostro sito, non trovo nessun riferimento a Livorno e ai clienti. O meglio, vedo l’indirizzo tra i contatti, però non leggo niente della vostra città. Che rapporto avete con Livorno?  Da dove arrivano, maggiormente, i vostri clienti? Avete qualche nome da snocciolare?

<<Abbiamo un panorama variegato di clienti; il bacino d’utenza principale è la Toscana, anche se da poco abbiamo intrapreso attività con realtà dal respiro internazionale. Come tutte le realtà livornesi abbiamo iniziato a lavorare con clienti di fuori piuttosto che interni. Da una parte perché i contatti si sono sviluppati fuori città, dall’altra perché qui si fa più fatica a pensare a un investimento in termini di comunicazione e ancora di più in termini di comunicazione web, che necessariamente va spiegata maggiormente.

L’80% dei clienti viene da fuori, anche se stiamo contattando delle realtà territoriali per provare a svilupparci. Uno dei propositi per il 2015 è quello di avvicinare realtà del territorio, anche perché la nostra offerta è modulabile e scalabile e quindi può adattarsi bene anche ad un tessuto economico in forte difficoltà ma con grandi possibilità di rilancio. Inoltre, nelle nostre “vite precedenti”, abbiamo lavorato tutti fuori da Livorno e anche in ambito Social Network le cerchie più attive intorno a Noi sono composte da persone di ogni dove>>.

Nel prossimo articolo troverete le altre tre domande a cui lo staff di Affabula ha risposto.

Intanto, se volete, potete iniziare a spulciare nelle loro pagine online.

–      https://affabula.com

–      https://www.facebook.com/Affabula

–      https://twitter.com/AffabulaCom

–      https://plus.google.com/+AffabulaCommunication/posts

–      http://it.linkedin.com/pub/leonardo-vannucci/67/657/9b8

–      https://www.pinterest.com/Affabula/

Images courtesy of Affabula

L'articolo Affabula, quando lo Storytelling è umano sembra essere il primo su Agenda Geek.


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